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LA FECONDAZIONE ASSISTITA CHE RISPETTA IL MASCHIO


Negli ultimi anni l’infertilità maschile è un problema che va sempre più incrementandosi, presumibilmente a causa dell’influenza negativa dei numerosi fattori ambientali nocivi, delle mutate abitudini sessuali e dell’aumento dell’età in cui si tenta il concepimento del primo figlio.



La figura dell’andrologo specialista, con competenze mediche, chirurgiche, endocrinologiche e, soprattutto, laboratoristiche riveste un RUOLO CENTRALE nel trattamento dell’infertilità di coppia, a partire dalla sua diagnosi fino alla sua risoluzione, anche quando si debba ricorrere a tecniche di riproduzione assistita, in cui spesso l’età riproduttiva è notoriamente superiore alla media..

Ne consegue la stretta collaborazione tra andrologo clinico, ginecologo, biologo della riproduzione, embriologo ed informatico.

Bisognerebbe infatti diffidare di quei centri che non danno il giusto ruolo al partner maschile, omettendo di studiare  approfonditamente "l'altra faccia della luna" ... ossia lo sermatozoo.

 

Le INDAGINI ANDROLOGICHE vanno dalla valutazione clinica e strumentale (anamnesi, esame obiettivo, ecografia, ecocolordoppler etc.) da eseguire in fase preliminare, ai vari esami da effettuare sul liquido seminale.

I parametri minimi di valutazione del seme comprendono:parametri dell'eiaculato: pH, caratteristiche reologiche (aspetto, fluidificazione, viscosità):


1) parametri degli spermatozoi: concentrazione/ml e numero/eiaculato;

2) motilità: percentuale di forme mobili con differenziazione qualitativa della motilità (velocemente progressiva, lentamente progressiva, discinetica, agitatoria in loco);

3) morfologia: percentuale di atipie con descrizione di forme particolari e/o monomorfe;

4) eventuale presenza di eritrociti, leucociti, corpuscoli prostatici, cellule epiteliali, elementi della linea spermatogenetica, zone di spermioagglutinazione.

Ultimamente, a supporto dell’occhio clinico del laboratorista, sono stati progettati una serie di software che consentono di automatizzare l’analisi del liquido seminale, perfezionandola e stardardizzandola. Il sistema utilizzato nel nostro centro è conosciuto con l’acronimo SCA (Semen Class Analyzer), esso migliora la qualità dell’analisi del liquido seminale, in stretta simbiosi con l’andrologo clinico e senza tuttavia sostituire la figura e l’esperienza del biologo.

Tale strumento inoltre è di supporto nell’esecuzione di alcune analisi più dettagliate sugli spermatozoi, quali per esempio la determinazione del livello di frammentazione del DNA nemaspermico, non solo nelle quelle coppie in cui si riconosce un fattore maschile (per esempio Varicocele e/o Prostatite etc.), ma anche negli uomini fertili “Over 40”, soprattutto prima di un programma di procreazione assistita nella partner.


 


L’età maschile rappresenta infatti un punto di controversia nella letteratura attuale poiché, al contrario della donna, non risulta essere un elemento certo e selettivo nel determinare reali alterazione del potere fecondante. Nell’uomo, in cui peraltro non è identificabile un momento equivalente alla menopausa, si ha la continua produzione degli spermatozoi sino alla tarda età, mentre le alterazioni ormonali, che pure si verificano, non sembrerebbero influenzare tale capacità. La storia ci ricorda infatti che “attempati” personaggi, come Pablo Picasso, Charlie Chaplin, Anthony Quinn e Marlon Brando, hanno avuto la capacità di essere padri in età avanzata.

A rendere ulteriormente controversa nel maschio l’età come fattore di riduzione della capacità fertile sono i contrastanti riscontri in letteratura sui parametri seminali.

Infatti mentre alcuni lavori sottolineano diminuzione della motilità, altri addirittura sostengono aumento del numero nemaspermico.



Giunge comunque in aiuto un recente lavoro comparso su Fertility and Sterilility nel Maggio 2006, nel quale, tra l’altro, sono stati analizzati i dati provenienti dal Registro Nazionale FIVET Francese  (FIVNAT) ed in particolare l’età paterna di 1938 coppie sottoposte a PMA per sola indicazione tubarica, vale a dire casi in cui tutti gli altri fattori di sterilità, compreso appunto quello maschile, erano stati esclusi. Premessa quindi la normalità del liquido seminale, questo studio retrospettivo non solo ha confermato l’influenza negativa dell’età nella donna, ma ha dimostrato anche un netto aumento di fallimento riproduttivo nelle coppie con partner maschile  “over 40” rispetto a quelle in cui l’età paterna era inferiore a 30 anni. Tale differenza si è dimostrata maggiormente evidente quando anche l’età femminile superava i 35 anni.

Teoricamente quindi, sulla base dei suddetti dati statistici, possiamo desumere che anche nell’uomo l’età potrebbe interferire con la fertilità; ad oggi però manca la ricerca scientifica di base che lo documenti. Non sono infatti completamente noti i meccanismi che regolano il potere fecondante del maschio, per cui risulta ancora difficile stabilire i criteri entro i quali confinarne la fertilità.

Nel caso in cui il campione seminale presenta frammentazione del DNA maggiore del 20%, la prognosi riproduttiva dell’uomo è sicuramente ridotta, per cui presso il nostro centro viene approfondito lo studio ultrastrutturale nemaspermico tramite miscroscopia elettronica a scansione.

E’ inoltre possibile valutare la presenza di un difetto di attività antiossidante nel plasma seminale responsabile di vari danni nei confronti dei nemaspermi, come la perossidazione lipidica di membrana, eccesso di Zinco nei ponti disolfuro delle protamine, la stessa e già citata frammentazione del DNA, con conseguente riduzione della capacità fecondante e poliabortività dopo le tecniche di riproduzione assistita.

Stiamo inoltre studiando la funzione mitocondriale degli spermatozoi umani in condizioni basali, in presenza delle varie patologie andrologiche e, ultimamente, in relazione all’età maschile. Abbiamo proposto questa indagine in un articolo comparso su Internatinal Journal of Andrology.


L’Andrologia in generale ed il Laboratorio Andrologico in particolare devono oggi essere considerati più che mai branca specialistica indipendente ed a se stante.

La nostra mission è umanizzare la tecnologia personalizzandola verso procedure che migliorino sempre più la qualità degli spermatozoi, forti di una lunga tradizione nel settore dell'andrologia. 

L'accurata preparazione clinica del maschio associata a tecnologie avanzate come la IMSI (Iniezione Intra-citoplasmica di Spermatozoi Morfologicamente Selezionati) oggi in realtà può far avverare sogni impossibili nelle coppie il cui partner maschile è la reale causa della sterilità.



Questa tecnica permette la scelta degli spermatozoi utilizzando un microscopio ad altissimo ingrandimento, senza colorazione e in tempo reale. Numerose pubblicazioni indicano che questa preselezione spermatica può dare un notevole contributo alla riuscita delle tecniche ICSI. La tecnica ICSI associata alla selezione spermatica ad alto ingrandimento permette quindi di utilizzare gli spermatozoi morfologicamente migliori e dimostra un maggiore indice di gravidanza, soprattutto nei casi in cui le alterazioni spermatiche siano associate ad un alto indice di frammentazione del DNA. La tecnica IMSI permette in alcuni casi un miglioramento dei risultati in caso di ICSI senza fertilizzazione; in mancanza di impianto; in presenza di grave teratozoospermia; in presenza di elevata frammentazione del DNA; e probabilmente anche nella infertilità idiopatica e nella poliabortività in cui si riconosce una possibile causa maschile.


In conclusione nel nostro Centro Tecnomed la corretta valutazione clinica dell'uomo e del DNA dei suoi spermatozoi non solo rende oggi sempre più possibili le gravidanze insorte  naturalmente o, nel caso sia proprio indispensabile la fecondazione assistita, fornisce all'embriologo la migliore e maggiore qualità di gameti maschili da utilizzare per le tecnologie riproduttive.


Prof. Lamberto Coppola




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