Gli
uomini che rischiano di perdere la capacità di procreare per malattie o per
certe cure farmacologiche oggi hanno una speranza. Possono depositare nelle
"banche del freddo" il liquido seminale. Per utilizzarlo poi con
tecniche di fecondazione assistita
Le banche del seme, in
questo periodo, sono nell'occhio del ciclone. I recenti casi di seme di
donatore infetto da virus dell'epatite C hanno creato apprensione in coloro che
avevano intenzione di ricorrere a questa soluzione per avere un figlio. Ma ci
sono metodi alternativi a questo per le coppie in cui l'infertilita' e' legata
a problemi maschili? Per chi e' gia' approdato a questa soluzione dopo aver
provato tutte le altre probabilmente no, ma per chi e' ancora fertile e sa di
rischiare di diventare sterile un'alternativa "preventiva" esiste:
congelare il proprio seme finche' e' ancora in buona salute, con la prospettiva
di riutilizzarlo, con tecniche di fecondazione assistita, in caso di
necessita'. E' una soluzione che potrebbe servire, per esempio, a un uomo che
ha un tumore curabile e per guarirne deve subire radiazioni che potrebbero
alterare i tessuti degli organi genitali; o all'uomo che si sottopone a
vasectomia (l'intervento chirurgico col quale si chiudono i dotti che
trasportano lo sperma) per evitare di concepire figli che in quel momento non
desidera, ma non intende rinunciare per sempre alla paternita'.
Problema
in aumento - "Con l'aumento delle malattie urologiche,
ematologiche e oncologiche tra i giovani, questo metodo potrebbe essere
consigliato come pratica di routine", avverte il dottor Massimo Musenga,
direttore Sanitario del centro di riproduzione artificiale umana di Roma
associato al Cecos (Centri per lo studio e la conservazione degli ovociti e
dello sperma umani) di Roma. "Il concetto di mettere da parte qualcosa di
se", spiega il professor Carlo Flamigni, presidente del Cecos Italia,
"scaturisce anche come conseguenza di un grave problema, che negli ultimi
tempi si e' imposto, la riduzione notevole della fertilita' maschile". Nei
venti centri che il Cecos ha sul territorio nazionale, e in un solo anno, a
20mila coppie e' stata diagnosticata una causa di sterilita' e le indicazioni
sono che ogni anno possono esserci 50mila coppie sterili. Per il 30 % di queste
coppie verra' trovata una causa specifica di sterilita' (in un quinto dei casi
imputabile alla infertilita' del maschio). Un'indagine tra le reclute della
Marina Italiana a La Spezia e Taranto, condotta da Claudio Rosati e Luigi
Chiappetta (allievi di Fabrizio Manchini Fabris, maestro dell'andrologia
italiana) ha rivelato che alla visita di leva risultavano affetti da patologie
dell'apparato riproduttivo 2 giovani su 5. "Presi
durante l'adolescenza, molti disturbi della sfera genitale guariscono
perfettamente" commenta Lamberto Coppola, direttore del Cecos
di Lecce, che ha partecipato allo studio.
"Superati i venticinque anni comincia a esser tardi perche' le cure
abbiano completa efficacia". E' un metodo che non comporta le
implicazioni etiche che il congelamento degli embrioni ha suscitato e, per gli
spermatozoi, tra l'altro, non esiste nemmeno l'ipotesi di clonazione perche'
senza la cellula femminile che li ospiti i geni maschili non riescono a
riprodursi. Esistono differenze notevoli, circa il possibile utilizzo, tra la
conservazione del seme di donatori e l'autoconservazione. Per il seme donato
(quello che viene depositato nelle "banche del seme" per essere
utilizzato da coppie sterili sconosciute al donatore) e per il seme autoconservato
vi sono tutele diverse.
Con
quali garanzie - La materia non e' per ora regolata dalle leggi,
ma da codici di autoregolamentazione che i centri si sono dati. Il seme donato
diventa proprieta' del centro e puo' essere usato anche a scopo scientifico.
Resta invece a disposizione soltanto di chi lo deposita per se' il liquido
seminale affidato per la conservazione alle banche del freddo. I centri
pubblici che si occupano di crioconservazione del liquido seminale non
destinato a donazioni sono due: all'Universita' La Sapienza di Roma (professor
Franco Dondero) e alla Clinica Mangiagalli di Milano (professor Piergiorgio
Crosignani). La scelta del centro dove effettuare l'ipsazione - un termine
creato da alcuni scienziati per definire con pudore l'inevitabile masturbazione
- nel campo dei laboratori privati puo' essere fatta tra quelli elencati in un
registro presso l'Istituto superiore di Sanita'.
SONO GIA'
CENTINAIA GLI ITALIANI CHE L'HANNO FATTO.
Quanti
casi- Dal 1990 al 1996, quasi mille
uomini hanno chiesto di far ricorso all'autoconservazione seminale in 14 centri
Cecos. Pero' tra coloro che ne avevano fatto domanda fino al 1993 soltanto il
76 per cento ha potuto ottenere il congelamento, mentre il 93 per cento di
coloro che si sono presentati nei centri specializzati, dopo il 1995, ha potuto
provvedere alla crioconservazione dei propri gameti. La spiegazione di questo
incremento e' semplice: con le nuove recenti tecniche di inseminazione
artificiale anche chi non rientra nei parametri normali per numero di
spermatozoi in ogni millimetro cubo e per percentuale di motilita' di essi, ha
maggiori probabilita' di poter sperare di avere figli. Oggi, infatti, basta la
presenza di pochi spermatozoi, magari immobili, per procedere alla
microiniezione direttamente nell'ovocita. E in qualche caso e' sufficiente
addirittura una parte dello spermatozoo o un suo precursore, cioe' una cellula
riproduttiva immatura prelevata direttamente dagli organi genitali. Va comunque
tenuto presente che dopo lo scongelamento il recupero e' ridotto di una
percentuale di vitalita' e qualita' che varia da soggetto a soggetto.
IL GRAVE RITARDO
DELLA LEGGE.REGOLE NECESSARIE.
Il recente scandalo dell'impiego di sperma infetto
ripropone il pericolo di abusi nel campo della procreazione assistita. ora
finalmente e' stata portata all'esame del parlamento una normativa in questo
delicatissimo settore.Una
imputazione, quella che ha colpito i quattro ginecologi fiorentini, veramente
pesante: viene loro addebitato di avere, con la distribuzione di sperma
infetto, cagionato, o tentato di cagionare, un'epidemia (pena prevista
l'ergastolo, articolo 438 codice penale). Insieme con i quattro ginecologi,
pero', deve essere portata sul banco degli imputati anche la
"deregulation", che regna incontrastata. Soltanto in questi giorni,
infatti, e' stata portata all'esame del Parlamento una proposta di legge, che
unifica diciassette disegni di legge e che fissa le regole fondamentali della
pratica della fecondazione artificiale.
Le
regole proposte - In essa e' vietata la pratica "dell'utero in
affitto", nonche' l'inseminazione dopo la morte di uno dei coniugi. Viene
altresi' stabilito che la fecondazione assistita puo' essere praticata soltanto
da coppie stabili. Punto importante della legge che dovrebbe essere emanata dal
Parlamento, e' che la donazione dei gameti debba avvenire presso centri
pubblici o privati convenzionati, ma autorizzati dalle Regioni e iscritti in un
registro nazionale istituito al Ministero della Sanita'. La donazione dei
gameti dovra' essere in ogni caso volontaria e gratuita e sara' effettuata
presso i centri di raccolta e conservazione previo accertamento dell'idoneita'
del donatore (come avviene gia' ora per la donazione del sangue) per
scongiurare la presenza nel donatore di patologie trasmissibili.
Una
legge urgente - Il vuoto normativo italiano ha fatto si' che un
settore cosi' importante sia rimasto privo di una adeguata regolamentazione. La
cosa grave e', inoltre, che oggi sono possibili interventi di correzione
genetica che fino a qualche anno fa erano inimmaginabili e che potrebbero
portare a "programmazione" genetica di futuri individui. I recenti
fatti accaduti a Firenze dimostrano infatti ancora una volta che la
fecondazione assistita e' "terra di nessuno". In questa situazione,
per colpa di medici senza scrupoli, possono avvenire episodi che finiscono col
mettere a rischio la vita stessa.
PER
NASCERE BENE
La
paternita' - Che cosa accade quando si decide di utilizzare gli spermatozoi
crioconservati? diversi sono i metodi di inseminazione, fino al piu' moderno
dell'iniezione diretta nella cellula uovo. ma con quale sicurezza? il problema
e' ancora oggetto di studio. Dopo che il seme e' stato scongelato, puo' essere
utilizzato per l'inseminazione secondo diverse tecniche. Se gli spermatozoi
presenti nel liquido seminale sono molto pochi ovvero hanno una mobilita'
alterata, quindi non riescono a raggiungere la cellula uovo, e la fecondazione
in provetta fallisce, la soluzione e' ricorrere all'ICSI, cioe' iniettare
direttamente lo spermatozoo nell'ovulo materno. Questa tecnica dal 1992 (anno
in cui ha cominciato a essere utilizzata) ad oggi ha fatto nascere circa sei
mila bambini.
Gli
studi sui rischi - Ma i bambini "figli" di questa tecnica
hanno le stesse probabilita' di nascere sani rispetto a quelli frutto di altre
forme di procreazione assistita? Poco tempo fa una ricerca belga aveva dato
qualche rassicurazione in proposito, ma ora uno studio australiano pubblicato
sul British Medical Journal rilancia l'allarme: il gruppo belga, secondo i
ricercatori australiani, sarebbe stato un po' troppo di manica larga nel
valutare il rischio di malformazioni, e solo per questo motivo non avrebbe
scoperto il loro reale aumento. Secondo gli studiosi australiani, infatti, i
figli dell'ICSI hanno una probabilita' maggiore di malformazioni del cuore,
dell'apparato digerente e delle vie genitourinarie.
Casistica
limitata - "Vari gruppi di ricercatori hanno valutato il
rischio della tecnica per i futuri neonati e sono giunte segnalazioni
contrastanti", sottolinea Eleonora Porcu, responsabile del Centro di
sterilita' e fecondazione assistita dell'Universita' di Bologna. "Nessuno
pero' ha raggiunto casistiche abbastanza ampie per trarre conclusioni
definitive. In base a tutti i dati raccolti finora non sembra che l'ICSI
aumenti le malformazioni congenite rispetto agli altri metodi di fecondazione
assistita e nemmeno rispetto alla fecondazione normale" chiarisce l'esperta.
"In tutti i casi il rischio e' la nascita di due bambini malformati ogni
cento". Va ricordato che prima di consigliare a una coppia sterile l'ICSI
viene sempre esaminata la mappa cromosomica di entrambi i partner, cosi' da
individuare eventuali anomalie genetiche pericolose. "Si puo' insomma
ricorrere all'ICSI, pur con prudenza: importante e' che venga fatta prima
un'attenta valutazione e la tecnica sia consigliata solo quando e'
indispensabile" conclude Eleonora Porcu.
Prudenza
in attesa di regole - I centri per la crioconservazione sono oggi un
centinaio. I pazienti che intendono conservare il proprio seme nei centri
privati pagano alcune centinaia di migliaia di lire, tra deposito e
mantenimento, e una cifra un po' piu' contenuta nei centri pubblici esistenti.
Sulle questioni etiche e giuridiche legate alla conservazione del materiale
genetico e a tutta la riproduzione assistita non esistono ancora specifiche
leggi (vedi articolo sotto). Per il codice di autoregolamentazione che i centri
si sono dati e che coincide con le decisioni della Federazione nazionale degli
Ordini dei medici, la proprieta' e la disponibilita' del seme appartengono
esclusivamente all'individuo che lo ha depositato e il seme viene distrutto in
caso di morte dell'uomo.
RISVEGLIO
DA LETARGO POLARE.
I
progressi - L'attuale tecnica di conservazione in azoto
liquido a o195 gradi permette di mantenere vitale all'atto dello scongelamento
- perfino dopo dieci anni di gelo - un elevato numero di spermatozoi (circa il
40 per cento). L'idea del congelamento del seme per conservare la capacita' di
procreare non e' pero' proprio nuova. La prima idea di banca del seme umano e'
di un secolo fa: viene al medico Paolo Mantegazza, preoccupato per i lunghi
periodi di distacco dei coniugi, durante le continue guerre dell'Ottocento. Gli
spermatozoi si risvegliavano dopo essere stati portati alla temperatura di 17
gradi sotto zero. E anche il futuro padre della pillola, Alfred Pincus,
"rianimò" il seme maschile dopo averlo ridotto a -269 gradi, negli
anni Trenta.
SOLUZIONE
PER MASCHI "POVERI"
L'ICSI
consiste nell'introdurre uno spermatozoo direttamente nell'ovocita. Se la
fecondazione avviene si trasferisce l'embrione in utero. Si usa quando il seme
maschile, anche quello "scongelato", e' molto povero.