La Legge 40 non è una cattiva legge ma una legge cattiva.Speciale Referendum 6 Giugno 2005 06-06-2005 Scienza on line Speciale Referendum 12-13 giugno 2005 La legge 40 non è una cattiva legge ma una legge cattiva La Prof.ssa Rita Levi Montalcini, la Prof.ssa Margherita Hack, il Prof. Renato Dulbecco, il Prof. Umberto Veronesi, il Prof. Fernando Aiuti e centinaia di scienziati hanno tutti dimostrato ampiamente la loro scelta per votare si a tutti i referendum del 12 e 13 giugno. Rita Levi Montalcini «Al referendum del 12 e 13 giugno andrò a votare 4 si» Renato Dulbecco «Proibire la ricerca sulle staminali embrionali è un insulto alla medicina» Fernando Aiuti ''Andate a votare e votate sì per tutti e quattro i quesiti. La ricerca, se vincessero i no, rischierebbe la paralisi. Ecco perché invito tutti, malati, sieropositivi, loro congiunti e amici, ad andare alle urne a dire sì'' Mai come stavolta…. la salute umana, la possibilità di evitare e prevenire sofferenze e malattie, nonché la tutela dei diritti del nascituro dipendono dal corretto esercizio dell’informazione. di Lamberto Coppola Chi mi conosce sa che se mi trovo a fare la professione di fisiopatologo della riproduzione umana non per caso, ma perché geneticamente ho ereditato questa passione e perché credo fermamente che la qualità della vita umana debba essere tutelata sin dal suo inizio e che la salute sessuale e riproduttiva sia un diritto del cittadino, così come vuole la nostra costituzione. Infatti
la Corte Costituzionale ritenendo che la normativa sulla procreazione è
“costituzionalmente necessaria” ha bloccato la richiesta referendaria
di abrogare completamente la legge 40/2004.
La sua abolizione infatti avrebbe comportato un vuoto normativo incostituzionale, per cui sono stati ritenuti ammissibili al referendum gli altri quattro quesiti sui quali potremo e, soprattutto, dovremo esprimere la nostra volontà il 12 e 13 giugno 2005. L’approvazione
della legge 40 ha generato sin dall’inizio aspre critiche da parte di
un buon numero di persone, di addetti ai lavori, di coppie infertili,
di associazioni di pazienti, di scienziati come Umberto Veronesi e Rita
Levi Montalcini e di illustri giuristi come Pietro Rescigno, Enrico
Quadri, Alfonso Celotto , Luigi Balestra e Gilda Ferrando.
È invece da considerare eticamente irresponsabile e grave
l’invito alla astensione con dichiarate finalità di far fallire il
referendum da parte di forze politiche attualmente di maggioranza,
nonché di componenti del Clero e della Commissione Episcopale che per
voto e/o per loro fortuna non conoscono i problemi reali psicologici e
socio-antropologici legati alla infertilità di coppia, in quanto non
hanno mai vissuto una tale sofferenza.
È sicuramente inammissibile assistere a trasmissioni televisive in cui il Capo del Governo Italiano personalmente dichiara di non avere alcuna intenzione di andare a votare i prossimi 12 e 13 giugno ed inoltre invita i cittadini a fare come lui, vale a dire a non esercitare quel “diritto – dovere di voto” che tanto abbiamo voluto ed abbiamo conquistato grazie alle note lotte del secolo scorso. Mai come stavolta quindi è doverosa ed irrinunciabile da parte mia una informazione scientifica sui rischi alla salute che tale legge determina, scrivendo non solo in qualità di professionista del settore, ma soprattutto come delegato regionale dell’Associazione Ginecologi Extra Ospedalieri (AGEO). Prendiamo il quesito che riguarda la ricerca sugli embrioni, finalizzata a consentire la cura di gravi malattie. Voglio innanzitutto spiegarvi che l’embrione di cui stiamo parlando non è quello che la mamma ed il papà sono abituati a vedere sul monitor ecografico, col cuoricino che batte, ma uno stadio molto più precoce, in cui è ancora costituito soltanto da cellule totipotenti. L’embrione
si forma prima di essere collocato nell’utero della donna, ma solo da
quel momento avrà la possibilità di svilupparsi, di crescere. Come si
può considerare persona, sia pure in potenza, un embrione che non si
trova ancora nel luogo giusto, cioè nel ventre materno?
Sono queste le affermazioni del filosofo cattolico Giovanni Reale, per non andare a scomodare il grande Aristotele che, proprio sul tema cruciale della origine della vita, distingueva fra “ uomo in potenza e uomo in atto” . Esse danno atto anche di quanto sia fuorviante quell’informazione apparentemente matrice scientifica, ma sostanzialmente religioso-fondamentalista, che viene data in determinati ambienti clericali in questi ultimi giorni. Voglio poi spiegarvi che l’embrione siffatto non può avere la stessa tutela della persona umana, intesa come sintesi di corpo, mente, sentimenti, e che quelle cellule totipotenti potrebbero guarire una persona malata, in quanto non essendo specializzate, sono specifiche per qualsiasi organo possa averne bisogno. Tutte le altre cellule staminali, anche quelle del cordone ombelicale, non hanno in realtà la grande potenzialità terapeutica di quelle embrionarie. La “Diagnosi Genetica Pre-Impianto”, inoltre, non è un metodo per selezionare arbitrariamente la razza, ma un’occasione di diagnosi precocissima di malattie genetiche per coppie a rischio, che altrimenti potrebbero accedere alla diagnosi solo al terzo mese di gestazione, o nel secondo trimestre, con la probabilità di dovere atrocemente decidere di interrompere una gravidanza così tanto difficilmente ottenuta e così tanto desiderata. Ed ancora la Legge 40 obbliga ad ottenere non più di tre embrioni e fare un unico impianto. È già un obiettivo propostosi dai centri di procreazione assistita, quello di mirare ad inserire il minor numero di embrioni possibile, numero ottimale uguale o inferiore a tre, onde evitare gravidanze multiple e complicate. Nella considerazione che la percentuale di successo è solo del 20%, il soprannumero di embrioni da congelare ha una primaria funzione di scorta, in caso, appunto, di insuccesso e, qualora sia stata ottenuta la gravidanza, per poterne tentare un’altra entro 5 anni. La Legge però vuole ottenere solo tre embrioni ed un unico impianto: con l’inevitabile conseguenza che la coppia debba ripetere tutta la terapia, utilizzando farmaci, sottoponendosi ad ad intervento in anestesia generale per il prelievo di ovociti ecc. Il congelamento embrionario inoltre, non facendo reiterare terapie e ricoveri, ridurrebbe moltissimo la spesa sanitaria dello Stato, soprattutto perché i farmaci per la riproduzione sono rimborsabili totalmente dal SSN ed hanno un costo elevato. Ed infine come può essere impedita ad una coppia la fecondazione eterologa, se il problema non è altrimenti risolvibile? Come sostiene Umberto Veronesi votando SI al quesito eviteremo che venga vietata la fecondazione più semplice e più antica che si conosce – risale al settecento - quando cioè il maschio è irreversibilmente sterile. Oggi anche le donne con menopausa precoce, situazione che diviene inesorabilmente sempre più frequente nella terza decade di vita per le note ragioni di inquinamento ambientale e alimentare, possono ricorrere alla donazione delle uova. Con questa legge invece, se esistono problemi del genere, le coppie devono andare all’estero e spendere tutti i propri risparmi o i soldi che si sono prestati dalle banche, con conseguenti deficit della nostra economia nazionale. Chi non può spendere, invece, soffrirà in silenzio, oppure tornerà al vecchio ed intrigante “fai da te”… come mi risulta in qualche caso tale metodo è stato già adoperato da qualche coppia più intraprendente. La libertà riproduttiva del singolo individuo sia esso paziente, medico o biologo, conquistata con la legge 194/78, è parte inalienabile dei diritti della persona e come sostiene Umberto Veronesi non può essere annientata dalla attuale legge 40/2004. A tal proposito riporto testualmente ciò che ultimamente ha scritto lo stesso Umberto Veronesi “nel 600 Newton, Cartesio e Galileo davano un nuovo assetto alla concezione del mondo e contemporaneamente le donne venivano bruciate sul rogo come streghe… Anche oggi, come nel 600 il nostro sistema etico culturale fa fatica a rapportarsi ai nuovi orizzonti scientifici, che a volte preferisce negare o comunque allontanare da sé”. In ultimo, è bene rammentare che la definizione che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dato dello stato di salute e nel senso che essa non dipende soltanto dall’assenza di un patologia scientificamente dimostrabile, ma risulta essere l’espressione di una condizione di completo benessere fisico, mentale, sociale. Una informazione scientifica ragionata che precede e si aggiunga allo scontro tra le diverse visioni dell’etica e allo scontro elettorale, è una fondamentale pre-condizione perché i Cittadini tutti possano assistere e partecipare. Questa informazione devono avere, in primo luogo, i Cittadini che non avendo avuto, per loro fortuna, i problemi e le sofferenze e le tragedie talvolta dell’infertilità hanno il diritto e il dovere di sapere. Mai come stavolta dal corretto esercizio della informazione dipende la salute umana, la possibilità di evitare o prevenire sofferenze e malattie, e lo si ripete, la migliore tutela dei diritti del nascituro. Per questo motivo e per la passione che da sempre mi lega al mistero della vita umana sin dal suo inizio, che ho accettato di buon grado di esprimere con questo articolo le mie RAGIONI DI VOTARE SI ai quattro quesiti del referendum abrogativo della legge 40/2004 del 12 e 13 Giugno e soprattutto per ricordare all’opinione pubblica che IL VOTO E’ UN DIRITTO DOVERE DEL CITTADINO. Concludo con quanto ha scritto nel 1984 Emanuele Lauricella, padre storico e pioniere della Procreazione Assistita in Europa: “Dovere di uno Stato moderno è emanare norme precise, poche, semplici ed efficaci, per evitare danni, pericoli o abusi, tenendo conto delle diverse etiche vigenti nella nostra società pluralista”. Prof. Dott. Lamberto Coppola Direttore dei Centri Associati di Fisiopatologia Riproduttiva TECNOMED di Nardò (Le) e CASA DI CURA SALUS di Brindisi |