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Scusa se ti chiamo "amò"

(14/02/2010) LOVE IS ALL AROUND - Io pensavo che la frontiera del trash da coppietta fosse il termine “amò”. Odioso, specie perché poi lo senti talmente tante volte, che alla fine tanto vale dire direttamente “ohu”.
Mi sbagliavo. Mi fanno sapere che la versione alternativa e moderna è “amo”. E che vi devo dire? O tempora o (a)mores.



di Serena Marchese -  PORTADIMARE.IT

 
Ora io con i nomignoli pissi pissi bau bau non c’ho mica nulla, eh.
Cioè, ognuno è libero di chiamare la propria mezza mela un po’ come gli pare.
Cioè, se tu guardi il tuo fidanzato e la cosa più tenera che ti viene da dirgli è “panzerotto”, cosa me ne cale? Se lui ti guarda e ti vuol chiamare “ranocchietta”, a me cosa vuoi che me ne freghi?
Mi parte subito l’embolo, però, quando sento questi ragazzuoli coi pantaloni col cavallo al livello delle ginocchia che squilla il telefono e si raccolgono in un “Ehi ciao amò”.
Amò. Con l’accento, eh, altrimenti non vale.
Che io la prima cosa che penso è “Ma c’hanno una tariffa che pagano a sillaba?”.
Poi però non è così, ché mi capita pure di sentirlo in diretta questo orrido “amò”.
Amò, mi sto annoiando, andiamo a mare.
Eeeh, penso io.
A me, ditemi quello che volete, ma a me questo “amò” mi fa venire in mente i film quelli di Verdone, quelli dove lui fa la parte di quello un po’ trash, o scene della fidanzata che mastica la cicca con la bocca aperta e tutti e due si puliscono i denti e le orecchie con l’unghia del mignolo, cose così, ecco.
E non son mica l’unica a pensarla così è.
Ormai è cosa nota che ‘sto amò fa un po’ cafone, sicché da un po’ m’è capitato di sentire la versione quella ripulita, quella che fa un po’ nord e allora siccome fa un po’ nord per forza dev’essere più chic.
A me sembra orripilante uguale.
Amo.
Amo che facciamo stasera?
Amo dove sei?
Amo?
Cos’è amo?
Io pure qua le scene che mi immagino mica son meglio di quelle dello ‘nzallo che si pulisce le orecchie con le unghie, eh.
Io questo amo mi fa venire in mente quei film quelli dove c’è il cumenda milanese con la moglie bisbetica da una parte e l’amichetta scosciata dall’altra, un’amichetta di quelle allegre, per capirci, quelle che poi le chiamano escort, oggi.
Che fosse solo questo, poi.
Uno ci mette pure lo sforzo, magari, per dirla alla nordica, per dirla fine e poi però vengono fuori queste cose tipo “Amo, stamu qua ca sta ndi mangiamu lu paninu”.
Io se sento queste cose, ve lo dico, o mi viene un malore e m’accascio io o mi alzo, vengo lì e litighiamo, eh.
Ma io dico, ma mica si paga a dire le parole per intero, eh.
Almeno oggi, che è San Valentino, insomma fatevi questo regalo.
Chiamatevi trottolino amoroso, cucciolo pieno di pulci, chiamatevi purpetta cu lu sugu, chiamatevi come diavolo vi pare, ma vi prego, oggi, almeno oggi, questi amo e amò, lasciateli perdere.
‘Sta parola, st’amore ditelo per intero, che mica l’è una parola brutta, eh.


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