LA COPPIA SCOPPIA QUANDO SCAPPA LA PIPI'Disturbi urinari e sessualità non vanno proprio d'accordo. L’aumento delle frequenza minzionale associato all’impellente e frequente bisogno di urinare abbattono il desiderio e l’attività sessuale della coppia. E’ questa l’importante conclusione di una indagine condotta su 200 donne genovese e Romane da parte di MPR e Aldo Franco De Rose, Urologo e Andrologo che svolge la propria attività professionale a Genova e Roma. In particolare lo studio ha evidenziato prima di tutto preoccupazione ed imbarazzo per il fatto che gli altri possano venire a conoscenza di questo disturbo. Infatti il partner, nella maggior parte dei casi, si è accorto delle difficoltà minzionali della propria compagna solo osservando un episodio di incontinenza. L’incidenza di questo senso di disagio è stata riscontrata per il 60% nelle romane, il 54% delle genovese “Ma la vera novità che scaturisce da questa ricerca è costituita dall’impatto negativo dei disturbi della minzione sulla vita sessuale della coppia" dichiara Aldo Franco De Rose .“Un fatto questo tristemente invalidante se si pensa che la vescica iperattiva colpisce donne in giovane età. Il dato singolare è che, a Genova oltre il 30% degli intervistati abbia attribuito ai propri sintomi la decisione di non essere sessualmente attivi, mentre a Roma li 34% di rispondenti ha dichiarato che la vescica iperattiva ha significato spesso rinunciare ad iniziare una relazione sentimentale”. L’impatto negativo sulla sessualità è ancora più evidente per quel che riguarda il rapporto: esso viene rifiutato dalle donne genovese nel 45 % dei casi, da quelle romane nel 38%. “Lo studio ha evidenziato inoltre che, anche relazioni consolidate", dichiara la responsabile di MPR L. Marianantoni "vengono influenzate negativamente dai disturbi menzionali della vescica iperattiva: in oltre il 50% degli intervistati genovesi la sintomatologia ha causato una perdita di vicinanza ed intimità con il proprio partner. Analogamente il 34% dei genovesi ritiene questo motivo sufficiente per non essere coinvolti in un relazione. Infine il 30% degli intervistati non erano al corrente dell’esistenza di soluzioni terapeutiche in grado di porre rimedio al disturbo, ma 8 su 10, percependo una possibilità di cura, hanno dichiarato di essere ben disposti a seguire il consiglio di un medico per risolvere il proprio problema".
|